La Città Invisibile - La Battaglia di Montecieco a Rimini

Montecieco è un piccolo gruppo di case a metà strada fra Rimini e Verucchio, che non veniva nemmeno nominato nelle vecchie carte militari italiane della 2a guerra mondiale (al suo posto c'è la dicitura "Le Scuole" o "Osteria").
Nelle storie militari inglese e tedesca, invece, ha un posto di grande rilievo ed è conosciuta come la "Seconda Balatrava" o la "Balatrava Corazzata", riprendendo il ricordo della famosa e temeraria, quasi suicida, carica della brigata leggera (o dei Seicento) nella valle di Balaclava nella guerra di Crimea del 1854.

Il crinale di Montecieco aveva una grande importanza strategica al centro della Linea Gialla (l'ultima linea di fortificazione della Gotica prima di entrare nella Pianura Padana), perché, all'indomani dello sfondamento canadese, il 18 settembre 1944, nella battaglia di San Fortunato (così infatti le cronache alleate ricordano il colle di Covignano, percosso da 360mila bombe e granate come nessun altro luogo della Seconda Guerra Mondiale, tranne la francese Caen), ora gli inglesi, arrivando a Montecieco, avrebbero potuto spaccare in due il fronte tedesco, portarsi a Sant'Ermete e Santarcangelo e quindi prendere alle spalle, tagliando loro la ritirata, i difensori tedeschi di Rimini.
Nel pomeriggio del 19 settembre, il Reggimento dei Queen's Bays, vanto della 1a divisione corazzata britannica, aveva ricevuto l'ordine di attaccare Montecieco, senonché la carica dei carri armati aveva dovuto essere rinviata alla mattina successiva a causa dell'ingorgo di veicoli inglesi sulla stretta via Roveta (oggi via Montecieco). Nella notte tra il 19 e il 20, però, sul fronte tedesco era giunto da Santarcangelo un gruppo di combattimento della 90a divisione di granatieri corazzati comandata dal leggendario generale Baade e agli ordini del colonnello Stollbrock, che dispose i suoi cannoni in modo da distruggere qualsiasi attaccante.

Quando, alle 10.50 del 20 settembre, i 27 carri armati inglesi uscirono allo scoperto per avanzare verso Montecieco, in pochi minuti 24 di essi furono distrutti e solo 3 riuscirono a tornare incolumi nelle proprie linee. Scrisse un ufficiale inglese superstite: "Alcuni colpi passavano sopra le nostre teste, altri colpivano il terreno con forza colossale, scagliando terra e rocce davanti ai tank. E mentre i carri si fermavano per vedere, per sparare, furono messi fuori combattimento uno ad uno. Alcuni presero fuoco subito, altri ebbero le torrette sconquassate. Dei carristi superstiti alcuni si gettarono a terra cercando di raggiungere le nostre linee ma furono falciati dal fuoco delle mitragliatrici. I più pronti si gettarono fra le avvallature del terreno e vi rimasero immobili, a fingersi morti fino a sera. Solo 3 tank dello squadrone B poterono tornare in salvo. Lo squadrone C fu sterminato. I tedeschi distrussero 24 dei 27 carri attaccanti".

A Montecieco da allora, laddove ebbe luogo la carica dei Queen's Bays, è presente un monumento. Su una lapide è inciso: "in memoria di tutti i soldati di molte nazioni i quali nell'adempimento del loro dovere hanno combattuto sacrificando la vita lontani dalla patria in questa campagna oggi così verde e tranquilla".

 

Nota: le notizie sulla battaglia di Montecieco sono tratte da MONTEMAGGI Amedeo, Linea Gotica 1944. La Battaglia di Rimini e lo sbarco in Grecia decisivi per l'Europa sud-orientale e il Mediterraneo, Editore Museo dell'Aviazione, Rimini, 2002. Tutte le fotografie sono state scattate dall'autore del progetto.